Busto, elezioni 2021: 7 domande per i candidati

Si avvicina un’altra tornata elettorale cittadina e come associazione impegnata sul territorio, abbiamo interesse nel sondare quale sia la visione sul futuro da parte di coloro che si sono candidati per amministrare la città.

Stiamo registrando delle video-interviste ai candidati sindaco (che ricordiamo essere Emanuele Antonelli, Laura Bignami, Gigi Farioli, Maurizio Maggioni, Chiara Guzzo e Gianluca Castiglioni) le quali, attraverso sette domande su altrettante tematiche da noi discusse e sulle quali ci siamo interrogati, vogliono restituire appunto visione e prospettive di ciascuno su quelli che per noi sono alcuni temi focali.
Contiamo di mostrarvi presto le interviste di tutti i candidati, siamo a più di metà strada. 

Intanto ecco le domande – inviate con ampio anticipo rispetto al momento della registrazione delle interviste – che stiamo ponendo a candidati e candidate alla carica di sindaco:

1. CITTA’ INCLUSIVA
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. È considerata una guida rispetto alle direzioni che i paesi dovranno intraprendere da qui al 2030.L’obiettivo 11 dell’agenda dice che bisogna “rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili”. Queste parole chiave rimandano tanto ad una visione di sviluppo urbano, quanto ad una visione di sviluppo culturale e sociale anche a favore delle categorie più bisognose.
Quale tra gli aspetti citati dall’Agenda 2030 (inclusione, sicurezza, durabilità e sostenibilità) è secondo lei una priorità per la nostra città? È possibile davvero integrare questi elementi? Come immagina, in breve, la Busto Arsizio del futuro?

2. CRISI CLIMATICA
La crisi climatica è la sfida più importante che oggi siamo chiamati ad affrontare. Non è una questione solamente tecnica ma anche culturale: mette in scacco le nostre concezioni di ambiente, i nostri stili di vita quotidiani e le abitudini di consumo. Eppure i cambiamenti climatici sembrano essere qualcosa di molto lontano, poco comprensibile, sul quale abbiamo forti difficoltà ad agire a livello locale.Busto è una città di media grandezza, più ricca della media dei comuni italiani, densamente abitata, con un forte traffico veicolare e un inceneritore a poca distanza, apparentemente lontana dagli effetti più visibili dei cambiamenti climatici in atto.
Pensa che i fenomeni legati alla crisi ambientale e climatica di oggi interessino da vicino anche la nostra città? Qual è la sua visione culturale per guidare la città verso un futuro più sostenibile?

3. GIOVANI E STUDENTI
Nelle vesti di cittadino – prima ancora che di amministratore o aspirante tale – qual è la sua percezione rispetto ai bisogni e alle necessità dei giovani abitanti di Busto Arsizio, intesi nella fascia d’età tra i 18 e i 35 anni? In particolare, per quanto riguarda l’esperienza degli studenti, il sistema scolastico cittadino offre molte possibilità educative fino alle scuole superiori, ma gli spazi e le iniziative per la fascia d’età universitaria sono molto ridotti. In generale quindi cosa ritiene che la città offra già, e cosa ritiene invece che vada implementato, migliorato, ripensato per questa fascia di popolazione? E nello specifico, come pensa si possa costruire un ecosistema studentesco attivo e in grado di dialogare con le istituzioni?

4. ATTRATTIVITÀ, PENDOLARISMO, NUOVI SERVIZI
Milano ha sempre esercitato una forza attrattiva sugli abitanti dell’hinterland, sia per necessità di lavoro e studio che per soddisfare la propria domanda di intrattenimento e socialità. Le restrizioni agli spostamenti, la didattica a distanza per le università e lo smart working hanno portato molti pendolari letteralmente a ricominciare a vivere la propria città, e a cercare risposte ai propri bisogni sul territorio locale. Sono inoltre fenomeni destinati a rimanere con noi nel tempo.
Soprattutto per quanto riguarda lavoratori e studenti, quali servizi e strutture crede sarannosempre più necessarie nei prossimi anni? Come può muoversi la città di Busto Arsizio perriportare i propri stessi cittadini ad animarne gli spazi fisici, sociali e culturali e limitare la “fuga dicervelli” dalla provincia?

5. RIGENERAZIONE URBANA, PERIFERIE, QUARTIERI
Negli anni si è assistito allo sviluppo di grandi centri commerciali e multisala a scapito delle piccole attività, come botteghe e cinema storici, e alla conquista delle aree industriali dismesse da parte dicatene di supermercati. A causa di questi processi il rischio che alcuni quartieri periferici possano diventare solo quartieri dormitorio e commerciali è tangibile, essendo le attrattive socio-culturali più concentrate nella zona del centro.Quali possono essere le prospettive per favorire una rigenerazione urbana dei quartieri più periferici? Come favorire lo sviluppo dei piccoli esercizi commerciali e dei servizi di vicinato, riqualificando il tessuto urbano/industriale delle città?

6. SALUTE
Il sistema sanitario lombardo si basa sulla centralità degli ospedali e delle strutture sanitarie sia pubbliche che private. La pandemia ha evidenziato però la debolezza del sistema “a monte” degli ospedali, ovvero quello dei servizi sanitari territoriali e dei medici di comunità: una rete diffusa che dovrebbe filtrare gli accessi agli ospedali, assicurando prevenzione e cure ai pazienti cronici e interventi rapidi all’insorgere di primi sintomi.Cosa ne pensa della costruzione del nuovo ospedale unico relativamente alla necessità impellente di aumentare e migliorare i servizi sanitari di prossimità? Qual è la sua visione a riguardo e quali decisioni possono intraprendere i comuni in tal senso?

7. TERZO SETTORE
Busto Arsizio ha un tessuto associativo attivo e partecipe che garantisce servizi fondamentali alla città.
Le associazioni si trovano oggi alle prese con la recente riforma del Terzo Settore, la quale richiede al mondo no-profit un forte cambio di marcia organizzativo e gestionale. Alle pubbliche amministrazioni il nuovo codice fornisce invece indicazioni per la prima volta esplicite su come relazionarsi con gli enti del Terzo Settore relativamente alla gestione di beni e servizi.
In che modo e con quali strumenti intende sostenere questa transizione?


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